LA Nazione e Lanazione.it – L’uomo era un dipendente della ex Usl 10/D. La decisione del giudice del lavoro. A pagare saranno la gestione liquidatoria e la Regione Toscana.
Firenze, 26 marzo 2019 – Saranno risarciti complessivamente per 800mila euro la moglie e i due figli di un ex dipendente dell’ex Usl 10/D, fiorentino, morto nel giugno 2012, a 73 anni, a causa di un mesotelioma pleurico. Per il giudice del tribunale del lavoro di Firenze Carlotta Consani aveva contratto la malattia nei luoghi dove aveva lavorato. A pagare saranno la gestione liquidatoria dell’ex Usl e la Regione Toscana, colpevoli, spiega il giudice, di non aver «tutelato i lavoratori» contro i rischi connessi all’esposizione all’amianto.
In particolare l’uomo, che aveva lavorato nella lavanderia e nelle centrali termiche degli ospedali fiorentini di Santa Maria Nuova e Careggi, era a contatto diretto («mangendolo a mani nude») con l’amianto usato come isolante sia nelle centrali termiche sia per le tubazioni e le guarnizioni nelle lavanderie. Un particolare testimoniato dai colleghi dell’uomo durante l’istruttoria (il giudice ha fatto svolgere anche due consulenze tecniche): le operazioni di rimozioni dell’amianto sarebbero iniziate solo nel 1990 e, secondo quanto riportato dall’avvocato Pietro Frisani che insieme Emanuela Rosanò rappresentava la famiglia, si conclusero definitivamente solo tra il 2011 e il 2012.